Un
viaggio tra i sapori della terra
Il riso domina incontrastato la campagna e la
tavola vercellese ma non � l�unico prodotto a fare grandi
l�agricoltura e la cucina locale. La rana, ad
esempio: il suo destino � simile a quello di tanti piatti
poverissimi, poi diventati cibi ricercatissimi e raffinati.
Oggi la rana � una prelibatezza protagonista delle
tradizionali sagre e dei menu dei ristoranti pi� rinomati
della zona: fritte, in guazzetto o ripiene.
Antica quanto quella del riso, la coltivazione del
fagiolo rosso di Saluggia ha avuto un ruolo
fondamentale nella storia dell�alimentazione. Un tempo detto
�carne dei poveri� � oggi l�ingrediente base di molti piatti
tradizionali: la panissa vercellese, la pignatta di Cigliano,
le fagiolate di carnevale e i pi� recenti biscotti croccanti.
La valorizzazione del sostanzioso prodotto � affidato al
Consorzio di Tutela. Sempre nel settore legumi, va ricordato
il fagiolo di Villata, altrettanto pregiato,
che si coltiva nell�area presso il confine con la provincia di
Novara.
L�area occidentale della territorio ha un particolare talento
per la produzione ortofrutticola: a Borgo d�Ale prosperano
asparagi, zucchine e kiwi ma soprattutto le
pesche a polpa bianca che di recente hanno
ottenuto il marchio di tipicit�.
Nell�aria pura della �valle pi� verde d�Italia� nasce la
toma valsesiana, tipico formaggio a pasta
dura o semimorbida, le cui origini risalgono al periodo romano
e di cui gli storici parlano fin dal secolo XI. Ne esistono
diverse variet�, sia fresche che stagionate, anche
aromatizzate con spezie, aglio e peperoncino o grazie a un
particolare tipo di maturazione come nel caso della toma
salagnun, lasciata per mesi nel legno.
EVENTI
Musica e artigianato, spettacolo
e buona tavola, mostre e folklore. Tante occasioni speciali
fra cui scegliere: dai grandi eventi come l�Alp�a a Varallo, i
travolgenti Carnevali, il Viotti a Vercelli o il
Camminmangiando nelle Terre dei vini, alle Sagre, momenti
unici per rivivere le tradizioni contadine, alle piccole, ma
non per questo meno importanti, rassegne teatrali o musicali;
dagli eventi che invitano alla scoperta dei musei e dei tesori
dell�arte locale, alle animazioni per i pi� piccini, ai
momenti di sport. Ogni giorno dell�anno, un calendario fitto
di impegni che rivela un�autentica vocazione turistica.
|
|
La pianura
vercellese.
L�area pi� a sud � quasi interamente coltivata a riso ed � nota per
lo straordinario spettacolo primaverile delle risaie sommerse: la
pianura si trasforma in un�immensa scacchiera di specchi d�acqua,
qua e l� punteggiata di cascine e pioppi; � questo il �mare a
quadretti�.
Domina quest�area la citt� di Vercelli ricca di storia, arte e
cultura. Notevoli i suoi tre musei, il Borgogna, seconda pinacoteca
del Piemonte, il Leone, con i suoi importanti reperti storici e
archeologici e il Museo del Tesoro del Duomo che custodisce
ricchissimi reliquiari e oggetti sacri. Preziose e antiche le sue
chiese, tra cui la basilica di Sant�Andrea, raro esempio di fusione
tra lo stile romanico e quello gotico, il Duomo dedicato a Sant�Eusebio
suo fondatore, con il maestoso crocefisso di epoca ottoniana in
legno rivestito con lamine di argento e oro. Di particolare rilievo
artistico � la chiesa di San Cristoforo (1515); il suo interno a tre
navate � decorato con pregevoli affreschi di Gaudenzio Ferrari: la
pala dell�altare maggiore �Madonna degli Aranci�, i cicli sulle vite
della Vergine e della Maddalena e la Crocifissione.
Le terre del Gattinara.
Nella zona centrale la provincia si restringe; qui sorgono le
colline del gattinarese, note per la produzione delle pregiate uve
delle Terre del Nebbiolo del Nord Piemonte che danno origine a
importanti vini, apprezzati a livello europeo, quali il Gattinara
docg e il Bramaterra doc. Gattinara, principale centro di questa
fascia, � sede dell�Enoteca Regionale e del Distretto dei vini
dell�Alto Piemonte.
La Valsesia.
A nord, il territorio torna ad espandersi fino a comprendere
l�intera Valle del Sesia, fiume che � stato spettacolare teatro dei
campionati mondiali di canoa e kayak nel 2002, da sempre amato dagli
sportivi per i favolosi tratti destinati alla pratica degli sport
fluviali e per le sue ricche acque pescose.
La Valsesia, �la valle pi� verde d�Italia� si estende ai piedi del
Monte Rosa e in inverno soddisfa in pieno le aspettative degli
amanti della neve: c�� solo l�imbarazzo della scelta, dagli impianti
di Alagna Valsesia, paradiso del freeride, che fanno parte del
comprensorio sciistico Monterosaski, ai nuovi impianti dell�Alpe di
Mera, raggiungibile in seggiovia da Scopello. Anche gli appassionati
del fondo possono scegliere tra varie opportunit�: la pista situata
nei pressi di Scopello, l�anello di oltre dieci chilometri tra Riva
Valdobbia e Alagna e il tracciato omologato per le gare nazionali a
Carcoforo.
E non � tutto: la Valsesia offre incantevoli scenari per escursioni
e trekking in un ambiente ineguagliabile, in cui le antiche
tradizioni dei valligiani si tramandano in perfetta armonia con la
natura. Tra i percorsi pi� suggestivi: l�ascesa al rifugio Regina
Margherita, il pi� alto d�Europa a 4552 m, oppure le passeggiate tra
le frazioni walser della Valgrande, della Val Sermenza e della Val
Mastallone.
Grandi emozioni anche agli amanti dell�arte e della cultura: a
Varallo, il cuore storico della valle, si possono visitare la
Collegiata di San Gaudenzio, il Palazzo dei Musei con la ricca
Pinacoteca, il Museo Calderini di scienze naturali, la Casa-Museo
Cesare Scaglia e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie con il ciclo
di affreschi sulla vita e la Passione di Cristo, realizzato da
Gaudenzio Ferrari. Con la moderna funicolare si giunge al Sacro
Monte di Varallo, patrimonio UNESCO dal 2004, � il pi� antico
dell�Italia settentrionale; composto da una cinquantina di cappelle
che ripropongono la Passione e morte di Cristo con dipinti e statue
a grandezza naturale, realizzate da grandi artisti, tra cui
Gaudenzio Ferrari e Tanzio da Varallo.
Numerosi sono i musei sparsi per l�intera vallata che custodiscono
importanti testimonianze della cultura locale: tra questi, la
gipsoteca �Della Vedova� a Rima, la mostra permanente di puncetto a
Fobello, il Museo d�Arte Sacra a Campertogno e il Museo Walser ad
Alagna
|
GASTRONOMIA
Sapori semplici, dunque, ma decisi e genuini, tramandati
dall�antica tradizione contadina. Alla base di questa gustosa
eredit� c�� il riso, ingrediente versatile che trionfa nella
Panissa, il pi� tipico dei risotti vercellesi,
affiancato da, fagioli, cotiche, battuto di lardo, aromi e salam
d�la duja.
Altrettanto invitanti e gustosi sono i piatti vercellesi non a
base di riso:la fagiolata, piatto tipico del
periodo carnascialesco (la pi� grande d�Italia si tiene a
Santhi�, vicino a Vercelli); le rane, cucinate
nei modi pi� svariati; i fritti di maiale,
alimento base nell�alimentazione contadina vercellese, poich� ne
veniva consumata ogni singola parte, le frittate
�rognose� (col salame sbriciolato) e la ciburea
e ratatuja (gustosissime preparazioni di frattaglie di
carne e di patate in �bagna�).
Salendo di quota, anche i sapori cambiano: in Valsesia la cucina
� fatta di piatti decisamente sostanziosi, inventati per sfidare
l�inverno. Qualche esempio? La polenta concia e
i capun�t, semplici involtini realizzati con
foglie di indivia o verza riempite a loro volta di un trito
misto di mortadella, prezzemolo, aglio, cipolla e pane ammollato
nel latte, il tutto brasato in burro, un po� di brodo e vino
bianco. Da non perdere gli straccetti, la
mocetta, coscia di camoscio trattata come il
prosciutto crudo e servita in fette molto sottili, le
patate masarai o l�uberlekke di Alagna,
un bollito preparato con diversi tipi di carni salate di animali
tipici dei boschi valsesiani, talvolta insaporito con verdure o
salame.Tra le altre specialit� ricordiamo la gnocca
di Rimella, i canestrini di Civiasco, e la
turta d�Alagna, un impasto di farina di mais e
farina bianca in cui compaiono uova, latte panna, salame, toma,
mele e fichi secchi, un abbinamento di sapori insoliti ma
caratteristici della cucina valsesiana.
E i dolci? Vanno dai sapori pi� originali e raffinati alle
golosit� pi� irresistibili. Delicatissima � la pastafrolla dei
bicciolani, friabili biscotti aromatizzati con
cannella, cacao e chiodi di garofano, e incerta la loro origine:
forse sono nati nel 1809 dalla fantasia del pasticcere
vercellese Carlo Provenzale o forse sono un �ricordo� lasciato
dagli austriaci durante del guerre d�indipendenza. In ogni caso,
il gusto unico e inconfondibile e il nome, lo stesso della
maschera cittadina, ne fanno il simbolo di Vercelli.
La tartufata sembra nata per realizzare i sogni
dei pi� golosi: una torta di panna e crema, con la base guarnita
con granella di nocciole, e ricoperta da vaporose sfoglie di
cioccolato spolverate con zucchero a velo.
E le miacce, da che parte stanno?
Geograficamente, sono nate in Valsesia ma � difficile dire se
sono dolci o salate. Semplici cialde, sottilissime e croccanti,
genuine e cos� buone che vanno d�accordo con tutto: il miele, il
gorgonzola, la marmellate, lo speck, la nutella ma soprattutto
con la toma valsesiana. |
|