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LA ROCCA OGGI: CAMMINANDO
TRA I RUDERI
"Arrivando
a piedi dalla stradina che conduce alla fortezza, oltrepassata sulla
propria destra la cava di cemento, si giunge ad un bivio: a destra
si dirama il viale che segue quella che era la vecchia via
principale di ingresso al forte, raggiungendo il ponte levatoio, oggi
non pi� esistente, mentre, proseguendo diritto, la strada sale,
svoltando a destra, costeggiando il Dongione fino a raggiungere
l�attuale ingresso principale. Superato ci� che resta del portone,
immediatamente sulla destra, si trova l�abitazione del custode,
costruita sul piazzale. Proseguendo oltre, sulla sinistra si erge il
muraglione che sostiene la scala che porta al Dongione e, subito
dopo, l�abitazione del Marchese. Dalla prima porta, situata ala
piano terreno, � possibile scorgere le cantine, si prosegue verso
destra, si raggiunge il passaggio che portava ala ponte levatoio.
Sulla destra di tale passaggio si scorgono le cisterne di raccolta
per l�acqua irrigua mentre, proseguendo sulla sinistra, si imbocca
l�ingresso alla porta di soccorso detta �Calcina�, ora murata: il
passaggio � ancora agibile e, con estrema cautela e muniti di torce,
� possibile giungere a dei locali presumibilmente un tempo adibiti a
prigioni. Tornando indietro sul piazzale e salendo dalla scala, si
arriva al piazzale del Dongione. Da tale piazzale si pu� vedere ci�
che resta all�interno dell�abitazione del Marchese, inoltre si pu�
osservare lo splendido paesaggio, dal Monviso alle colline del Po e
del Monferrato, con il grande fiume che fa da conduttore
paesaggistico e storico nelle vicende di questa fortezza.
Ridiscendendo dalla fortezza e prendendo il viale, precedentemente
citato, di aceri platanoidi, si giunge al primo bastione, inglobando
la prima rampa di accesso al vecchio ingresso raggiungibile ai tempi
con il onte levatoio. Tale ingreso si trova sulla parte frontale del
secondo bastione, superato il quale si pu� vedere, sul retro, la
sagoma della porta di soccorso detta �Calcina�. Proseguendo ancora
lo stretto sentiero che costeggia la base dei muraglioni della
fortezza, si giunge nella zona della frana del 1957, che trascin�
via con s� la rocca ed il piazzale antistante, che sorgeva sulla
parete scoscesa della collina prospiciente la confluenza tra il Po e
la Dora.
Dall�alto � ancora
raggiungibile il ponte del soccorso, per fare questo � necessario
costeggiare la cava, lasciando la stessa sulla destra, passando su
quello che era il vecchio sentiero posto ad un livello inferiore a
quello del viale. Nella zona della fortezza e della circostante
collina erano presenti numerose gallerie e cunicoli vari: la maggior
parte sono stati portati via dalla cava, ma l�ingresso di un paio di
essi � ancora conosciuto dalla gente del luogo. Nella zona della
cava, infine, sono possibili ritrovamenti di fossili relativi a
flora e fauna marina". (a cura del Sindaco E.Ginevro)
LA
CHIESA PARROCCHIALE DI SAN GIOVANNI BATTISTA: La chiesa
parrocchiale del castello dedicata a San Giovanni Battista,
gravemente danneggiata in seguito all�assedio del 1625, pur essendo
stata restaurata, venne demolita dopo il 1690 su ordine di Vittorio
Amedeo II, che ne fece per� riedificare un�altra, a cui furono
imposte le insegne sabaude.Dopo la presa del forte da parte dei
francesi nel 1705, essa fu distrutta con le mine dal governatore
Bouffier e quindi la comunit� di Verrua utilizz� nel frattempo
quella di Sancti Ianuarii de Mairolio, la quale, risulta unita alla
pieve di Verrua e nelle visite pastorali del 1573 e 1606 venne
definita antica parrocchiale del luogo di Verrua . A causa delle
occupazioni franco-spagnole a cui il castello fu soggetto durante la
prima met� del Cinquecento, la chiesa parrocchiale venne distrutta.
Risulta coincidente con l�attuale cimitero del borgo Valentino,
dove fino a qualche decina di anni fa esisteva, la cappella
dedicata a San Genuario. La riedificazione della chiesa di San
Giovanni Battista, ebbe inizio solo dopo 52 anni.
SAN SEBASTIANO DI RIOGLIO:
La chiesa sorgeva nella sommit� della frazione Rivalta, nella
localit� detta Rioglio, di cui attualmente sono ancora visibili
alcuni ruderi del campanile. Essa serviva la comunit� circostante e
quella di Sulpiano, il cui borgo si svilupp� nella seconda met�
del secolo XVIII. I segni dell�assedio del 1704 e delle compagnie
francesi del 1745 dovettero lasciare tracce profonde nelle borgate,
in quanto nella seconda met� del Settecento la chiesa versava in
gravi condizioni. In frazione Case Bazzoli, era stata costruita una
cappella, tutt�ora esistente, dedicata alla Madonna di Pompei.
SAN SEBASTIANO SULPIANO:La
costruzione della chiesa di San Sebastiano venne progettata tra il
1760 ed il 1763, quando il parroco Carlo Seppegno di Rivalta
Torinese propose di mettere in esecuzione il trasferimento
della parrocchia di Rioglio, oramai cadente, nella borgata di Sulpiano. I lavori subirono lunghe soste per la mancanza di fondi e
solo nel 1817 la chiesa fu consacrata ed aperta al culto. La
facciata, realizzata a doppio ordine architettonico e conclusa da un
timpano, � suddivisa da quattro lesene. Il portale risulta
sormontato da una lunetta ad arco ribassato.L�interno � costituito
da un�unica navata con quattro cappelle laterali. Entrando, il primo
altare a destra � denominato di Santa Caterina, dal nome della pala
di scuola moncalvesca che lo sormonta. In essa � raffigurata la
Santa vestita con un abito rinascimentale, inginocchiata ai piedi
della Beata Vergine con il Bambino. La seconda cappella a destra �
dedicata alla Madonna della Santa Cintura, la cui statua
settecentesca proviene dall�antica chiesa di Rioglio. Nella prima
cappella a sinistra, dedicata a San Giuseppe, si trova il dipinto
raffigurante il Santo, eseguito dal pittore Giuseppe Galimberti
(1755 � 1831), mentre nella seconda, realizzata in onore a San
Sebastiano (la cui statua fu donata nel 1910 dalla famiglia
Barbero), si pu� ammirare un pregevole paliotto datato 1760, in
marmo policromo, nero con intarsi
colorati ed al centro il martirio del Santo.
SAN GIACOMO DI CERVOTTO:
La chiesa di San Giacomo Apostolo di Cervotto, gi� sotto il titolo di
San Cristoforo, unita alla cura di Collegna, venne eletta parrocchia autonoma con decreto del vescovo di Vercelli del 9 giugno
1766. Accanto alla chiesa era situato il cimitero, gi� benedetto nel
1757 dal cappellano pro-tempore Ferreri. Nella collina posta davanti
all�attuale cimitero si trova l�antico oratorio di San Giacomo, una
costruzione semplice e di modeste proporzioni, non lontana da
un�altra chiesa scomparsa dedicata a San Bernardo.
SAN PIETRO DI COLLEGNA:
La chiesa di San Pietro sorge su un�amena altura denominata Collegna,
accanto ad un gruppo di case disposte lungo il crinale della
collina. Ad essa era unita la chiesa di SAN Giacomo di Cervotto fino
al 1766. La struttura dell�edificio, risalente alla fine del secolo XVII,� rappresentata da un�unica navata
culminante col presbiterio ed un piccolo coro dietro l�altare. Alla
facciata � addossato un porticato che funge da ambulacro.
IL CIMITERO:Il
primitivo cimitero della parrocchiale, dopo l�abbandono di quello
adiacente alla chiesa campestre di San Genuario, custodito da un
romito, era situato nell�attuale giardino della casa parrocchiale.
Esso venne benedetto il 2 settembre 1760 e fu utilizzato fino alla
sua soppressione, avvenuta in seguito alle leggi napoleoniche, indi
si ripristin� il sito cimiteriale di San Genuario, che attualmente
serve a tutta la comunit� del Valentino e dei borghi vicini.
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