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LAURIANO (già Lavriano) compare con la denominazione “Lavriana” nell’editto (7 maggio 999) emesso da Roma dall’imperatore Ottone III. Con quell’atto venivano confermati vasti territori a favore del Vescovo Leone della Chiesa di S. Eusebio di Vercelli. Durante la lotta fra Arduino d’Ivrea ed il Vescovo Pietro I di Vercelli, fra i suoi fautori e alleati figuravano anche Isacco Aldone e i suoi fratelli e suo figlio Bennone, signori di Lavriano e delle terre vicine (insieme a Manfredo e Aribaldo di Brosolo, Costanzo di Palazzolo, Rozone e Hugo di Montiglio, Astolfo, Uberto, Manfredo di Cunico, e molti altri). La lotta intrapresa da Arduino finì con l’occupazione di Vercelli, con l’assalto alla casa del Vescovo che fu ucciso e bruciato nella chiesa nella quale si era rifugiato (febbraio 997). Per reazione il Papa Gregorio V - e il suo immediato successore Silvestro II - scomunicarono Arduino, e l’imperatore confiscò tutte le proprietà di lui e dei suoi fratelli, dandole - con il citato editto - al nuovo Vescovo Leone.Tali concessioni erano confermate dal diploma del 1014 dell’imperatore Arrigo, nel quale compare il nome di “Levranum”. Il Principe Guasco di Bisio aveva rilevato però che da atti vercellesi Lavriano risultava infeudato nel 1002 a Manfredi di Brozolo.Lo tennero poi i suoi discendenti, sotto vari nomi, per due secoli, anche come vassalli del Vescovo o del Marchese di Monferrato. Anche contemporaneamente.
Infatti notiamo come nel 1164 Federico I Barbarossa, nipote del Marchese di Monferrato Guglielmo IV “Il Vecchio”, gli concedeva o confermava molte terre, fra cui anche il luogo di “Labriano” (queste differenti scritturazioni spesso sono dovute a imprecisioni degli amanuensi, i quali scrivevano anche sotto dettatura e quindi con irregolarità fonetiche). Nel 1224 Federico II riceveva dal marchese Guglielmo VI, in garanzia per un prestito di 9.000 marche d’argento, molte terre, fra cui anche quelle in vassallaggio a dei generici “Domini Lauriani”. Tuttavia notiamo che nel 1349 erano vassalli del Vescovo vercellese Fieschi i fratelli Lucchino, Antonio, Francesco, Facino, Nicolino e Ginchetto di
Cavagnolo i quali detenevano i diritti della chiesa “de Plano Lauriano”. E diritti sulla zona di Lauriano da parte del Vescovo di Vercelli sono attestati ancora nel 1355. Ma possiamo elencare i seguenti passaggi feudali, anche parziali, ed anche abbinati a Monteu. Nel 1419 era consignore Pietro De Spagnolio detto Planta. Il 6 dicembre 1422 erano investiti i fratelli Delfino e Giacomo Rossi. Il 12 febbraio 1474 entravano Scozia Giorgio e Bartolomeo, zio e nipote. e il 5 agosto 1532 erano pure consignori i fratelli Bartolomeo e Melchiorre Provana. Il loro feudo era tolto il 1° maggio 1628 a Giorgio Provana (per fellonia) e dato a Re Francesco. Questi lasciava il suo feudo al genero Ferrero Giovanni, contadore, da Buttigliera il 23 dicembre 1637. Il suo feudo, signorile, veniva elevato alla dignità comitale il 3 giugno 1648. Risulta che nel frattempo porzioni di territorio avessero i signori di Verolengo, e già i Morra di Pancalieri. Ma é il 26 aprile 1777 che il tenente G. Battista Morra diventa feudatario col titolo di Conte.
Il borgo di Lauriano ebbe molte traversie militari (saccheggi, occupazioni, incendi, distruzioni) da parte degli occupanti di turno, milizie e soldatesche che scorazzavano per il Monferrato e il Piemonte, specie intorno al 1625, in dipendenza degli assedi al castello di Verrua (spagnoli, uomini di Tommaso di Savoia, del Marescallo Villa, del comandante Vialles, del Reggimento “Novara”). Gli abitanti furono sempre poco più di un migliaio, anche se dopo la grande alluvione del 1835 erano rimaste in piedi solo 40 case. Ma é da annotare qualche riferimento storico di epoca romana in quanto il territorio di Lauriano era interessato dalla
città di Industria (elencata fra le “nobilia oppida” da Plinio Il Vecchio nella sua Naturalis Historia, insieme con Libarna, Dertona, Iria, Vardacate, Pollentia, Alba Pompeia, Asta, ecc.) che sorgeva nella zona di Lauriano / Monteu, dove imponenti sono i reperti archeologici. Già nel 1745 certo Giovanni Gastaldo di Lavriano aveva trovato in un suo pozzo monete e reperti di epoca romana. Poi si susseguirono ritrovamenti di monete, monili, statuette, una scritta in merito di Lucio Pomepio. Il conte Morra dal 1808 al 1811 aveva fatto scavi ed aveva recuperato materiali che descrisse con buona competenza storica ed archeologica. In particolare aveva indicato una lapide posta “sopra la finestra della Cappella del Romitorio” di Lavriano, con una scritta riferita al Tribuno C. Avilio. Ma importante era stato il ritrovamento, pare nei pressi di Odalengo Piccolo, della lapide funeraria di Tito Lollio Mascolo (in cui era scritto: “Positus propter viam ut dicant praeterienses: ‘Lolli, ave!”). Questa lapide apparsa importante perché il Lollio Mascolo si dice “Bodincomagenses”, cioè cittadino di Bodincomago. Fu questo un antico centro di origine ligure. Quel popolo chiamava “Bodinco” il Po (= fiume senza fondo) e chiamava “magus” l’accampamento ove si teneva il mercato. Fra gli studiosi del '700 e '800 vi fu chi collocò il Bodincomago (centro ligure e celtico) nella zona di Industria e di Lauriano.

Gran parte del territorio del paese fu proprieta’ dei Morra, divenuti conti di Lauriano con il tenente di fanteria Gian Battista di Bernardino (nato a Torino nel 1730 e morto il 25 agosto 1794). Nell’ottobre del 1776 egli acquisto’ il feudo con il palazzo e beni da Bonaventura Ferrero, precedente conte di Lauriano che mori’ a Torino nel 1777 senza lasciare eredi. Gian Battista Morra venne nobilitato il 27 dicembre 1776 e infeudato di Lauriano l’anno successivo. Sposo’ Teresa dei conti Rebuffo di S. Michele. Il palazzo di Lauriano fu la residenza estiva dei conti Morra. Per il resto dell’anno essi vissero a Torino in Via della Rocca 23. Successore a Gian Battista Morra fu il figlio Bernardino (nato a Villafranca Piemonte nel 1769 e morto a Lauriano nel 1851). Durante il periodo in cui il Piemonte era assoggettato alla Francia, Bernardino Morra si trovo’ a guidare il Comune. Si distinse anche come archeologo, dirigendo importanti scavi nell’area, da lui appositamente acquistata a MONTEU, dove un tempo c’era la citta’ romana di INDUSTRIA.

Vita sullo stradone: Lo “stradone”, ora strada statale n.590, fu aperto nel 1788 come strada militare, quindi ricostruito ed ampliato nel 1835 con la denominazione “strada nazionale Torino - Casale”. Sul nuovo stradone hanno transitato pedoni, carri,carrozze, biciclette ed una linea di tram a cavalli (1877), sostituita poi dalla linea tranviaria a vapore (1883 - 1931 ), a cui segui’ quella elettrificata che funziono’ fino al ’49. Nonostante questo servizio, la maggior parte della gente comune per spostarsi da un paese all’altro o recarsi in citta’, continuava a camminare, anche scalza, percorrendo lunghe distanze su strade ghiaiose o infangate.

La linea tranviaria: La linea Torino-BRUSASCO fu costruita dalla Societa’ Anonima dei Tramways di Torino, che gia’ era concessionaria di una linea tranviaria a cavalli per il tratto piazza Castello - Ponte Barra, ora Ponte Sassi. Tale Societa’, con decreto ministeriale del 18 giugno 1880, ottenne l’autorizzazione governativa per prolungare la linea fino a Gassino e per coprire l’intero percorso da Torino a Gassino con locomotive a vapore. Il tratto venne inaugurato nel ’81, mentre la linea a vapore fu completata fino a CASTAGNETO - CHIVASSO - BRUSASCO nel ’83 e inaugurata il 19 dicembre. La caffettiera fu messa a riposo in seguito all’elettrificazione, avvenuta nel 1908 per il tratto Torino - CASTAGNETO - CHIVASSO e nel 1931 per il tratto CASTAGNETO - BRUSASCO . L’innovazione rese necessaria la cabina elettrica, costruita in corso Torino 1, dove oggi c’e’ l’ortofrutta.

La meridiana: Misuratore del tempo nel corso dei secoli, quando era la luce naturale a cadenzare il lavoro e la vita, l’orologio solare fu il punto di riferimento per ogni attivita’ dell’uomo. Veniva costruito sui campanili, su facciate di chiese, su abitazioni signorili,su castelli nobiliari, nei chiostri dei conventi…Anche nel paese c’erano due meridiane: una sul vecchio campanile della chiesa parrocchiale, demolita nel 1929 in seguito al suo innalzamento; l’altra sulla facciata della casa dei signori Abena in via Viale 7, scomparsa negli anni '50. Dal '91 a Lauriano c’e’ una nuova meridiana tipicamente piemontese che, sormontata dall’immagine del sole ridente, richiama l’attenzione al moto degli astri e alle bellezze dell’universo.

Trasporti sul Po: Da un documento del 1 aprile 1780 (Archivio di Stato di Torino) rileviamo che il Comune fin dal 1587 inizio’ le trattative col Duca Guglielmo di Mantova per la costruzione e il mantenimento di un porto natante (traghetto) sul Po. In questo scritto non compare la data di costruzione del porto, pero’ risulta che nel 1636 esso era gia’ operativo. Il porto natante opero’ fino al 1914. Dal ’15 la traversata avvenne tramite barca, cosi’ poterono continuare gli scambi commerciali e gli spostamenti di interesse reciproco tra Lauriano e Verolengo. A proposito del Po, ricordiamo che il nostro grande fiume fu anche causa di molte alluvioni. L’evento piu’ grave a nostra memoria avvenne nel novembre 1994 quando, dopo giorni di intensa pioggia, molte zone del Piemonte furono inondate con perdite di vite umane e gravi danni ad abitazioni, fabbriche, ponti e colture

(Si ringrazia per il materiale fotografico e cartaceo l'Amministrazione Comunale, Luigi Baroetto, Giorgio de Giorgis, Renato Dutto, Roberto e Rosa Elia)

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PALAZZO MUNICIPALE: Via G.Mazzini 20 -  LAURIANO (TO) - Italy
Tel. (+39)011/9187801 - Fax (+39)0119187917 -
www.comune.lauriano.to.it

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