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E' famoso per la Fiera del tartufo, che viene tenuta
ogni anno a novembre dal 1967, ed è luogo di antiche
tradizioni di ricerca del pregiato tubero
Si trova nel basso monferrato ai confini
della Val Cerrina e della Provincia di
Alessandria nel lato nord-ovest a ridosso
del torrente Stura. Tra i capoluoghi più
popolosi del territorio, si erge a 312 metri
sul livello del mare in posizione aprica
dominata dall' antico castello. Quattro le
frazioni : San Candido, Corteranzo, Sorina e
Casa Battia oltre a diverse località che,
nel loro complesso, la racchiudono in un
colorato cofanetto di storia, cultura,
architettura, natura e tradizione
tipicamente monferrina. Particolarmente
suggestivo e' l'antico borgo abitato
arroccato sul promontorio centrale.
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UN PO' DI STORIA...
La
storia millenaria di Murisengo ha inizio
almeno dal 940 quando, secondo un documento
ufficiale, il nobile “Gumbertus de Munesingo”
partecipa ad un placito astigiano come
vassallo del Conte Umberto di Asti.
Munesengum, da identificare pure con
Murisengo, appare inoltre tra i possessi del
monastero di San Pietro in Ciel d’oro di
Pavia in un diploma di Corrado II del 1027.
Troviamo poi “Munesenge” nel diploma di
Federico I del 6 ottobre 1164, inserito tra
le terre donate dall’imperatore all’aleramico
Guglielmo il Vecchio marchese di Monferrato.
Nel 1224 i signori locali, definiti “domini
de Moliseng”, sono ricordati come Vassalli
marchionali e, Gugliemo VI di Monferrato
detiene direttamente una parte del castello.
I secoli successivi sono scanditi dal
susseguirsi di diversi vassalli al feudo
murisenghese: i Signori di Montiglio, i
Radicati di Brozolo e, dal 1420, gli Scozia
con titolo
comitale
per ben quattro secoli. Nel 1320 Murisengo
compare nelle cronache del tempo per alcuni
episodi, come l’intervento di Alberto
Calcagno di Murisengo al parlamento di
Chivasso, al quale parteciparono tutti i
Vassalli Monferrini con l’impegno a fornire
“un cavaliere ben equipaggiato ed altri
ancora”. Il toponimo, alquanto dibattuto,
per taluni storici rimanda all’epoca alto
medievale, evidenziando, nella desinenza
germanica “eng”, il sostantivo di anello,
qui inteso come cerchio, con esplicito
riferimento alla tipica disposizione
concentrica dei primi accampamenti
longobardi; mentre, per altri etimologisti,
Murisengo, stante la sua attuale citazione
monferrina “Ambriseng”, lascerebbe
trasparire le sue probabili origini romane
collegate al patrominico Mauritius che, in
vernacolo, si trasformò in “Morissi”,
subendo poi la desinenza longobarda e le
marcate influenze del dialetto monferrino.
Cosa vedere a Murisengo ...
Castello di Murisengo.
A celebrare la grandezza e l'imponenza di questo
antico castello è rimasta la grande torre che è
la parte più antica dell'edificio risalente ai
primi del Duecento. Con la caduta dei Marchesi
del Monferrato il castello subì molti danni e
successive ricostruzioni che lo portarono a
perdere la sua "forma" primitiva. Il castello
appartenne prima ai Radicati di Brozolo, poi
agli Scozia dal 1420 fino al 1883, anno in cui
passò al marito di Donna Tarsilla Scozia,
Francesco Guasco Gallarati Marchese di Bisio e
di Francavilla, oggi identificabili nel paese di
Francavilla Bisio. Tra le mura in rovina di
questo castello, nel 1813 Silvio Pellico scrisse
la tragedia Francesca da Rimini. Dopo un lungo
restauro, committente un privato, il castello
dalla metà del 2012 è disponibile per visite
guidate durante manifestazioni, eventi, mostre e
cerimonie.
Le
Chiese
Parrocchiale S.Vittore
Chiesa di S. Luigi Gonzaga, del Vittone, con
tre corpi sovrapposti, com’è tipico di certe
opere dello stesso. Isolata tra le vigne, ha
un fascino particolare ...
Fontana
di Pirenta -
La fonte di acqua solforosa, detta "Pirenta",
è posta ad est, alle radici del
Montelungo. Scaturisce da un terreno
tufaceo-calcare e si raccoglie, mediante
tubo in ferro, in due vasche di pietra,
dove, un tempo, vi si macerava la canapa
d'estate. L'acqua solforosa è oleosa al
tatto, tramanda un odore di gas
idrosolforato ed un tempo si adoperava
con successo nei disturbi
gastrointestinali e nelle malattie
cutanee di natura scabbiosa ed erpetica.
Nel 1700 fu un fiorente stabilimento
termale, divenendo un centro turistico
molto apprezzato nel periodo tra le due
grandi guerre.
VILLADEATI
In cima ad una collina
monferrina, nella zona della
Valle Cerrina, al confine con la
provincia di Asti, si trova un
borgo molto antico che si
affaccia sulle colline astigiane
ll
castello antico, del quale non
esiste più traccia, è stato
trasformato nel '700 in una
scenografica, pittoresca
costruzione di disegno juvaresco
con quattro serie di terrazze e
gallerie che seguono il declivio
della collina. Il castello è di
proprietà della famiglia
Feltrinelli.
Il Comune è insignito della Medaglia
d'argento al valore civile per i fatti
dell'ottobre 1944
Le Frazioni: Zanco, Lussello
Le Borgate: Trittango, Fontanina, Vadarengo,
Pavo
Durante
le camminate lungo i percorsi immersi
nella natura dei dintorni di Villadeati,
è possibile imbattersi in alcune fonti ,
infatti, è noto come il paese delle
fontane grazie alla qualità delle sue
acque ricche di elementi oligominerali;
La fontana delle sette gocce è situata,
invece, all’interno del bosco sulla
strada che porta a Lussello e che divide
Villadeati da Alfiano Natta. Alcune di
esse oggi hanno smesso di erogare acqua,
in passato esse rappresentavano un bene
prezioso per la popolazione che ne
sfruttava la loro potabilità.
Prodotti tipici locali a
Villadeati:
Vini, Zafferano - Lavanda e piante
officinali
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