COCCONATO

 

... Come arrivare :  17 min (14,9 km) passando per Strada Provinciale della Val Cerrina/SP590 e Strada Provinciale 20 ...

 

 

Il nome Cocconato, centro in alta collina (491 metri s.l.m.) in provincia di Asti, a 20 km dal capoluogo e non distante da Torino, deriva dal nome latino “cum conatu”, a testimonianza dello sforzo che occorreva per arrivarci, in un tempo senza automobili, risalendo lentamente a cavallo le tortuose strade collinari. Conosciuto come la “riviera del Monferrato”, grazie al particolare microclima in tutte le stagioni, Cocconato si erge in una posizione appartata, quasi aristocratica, emergendo come un’isola felice dai freddi e dalle nebbie delle zone sottostanti, mentre l’estate è fresca e piacevolmente areata. Il clima alquanto temperato conferisce caratteristiche ottimali per molte colture di pregio: interessanti sono la crescita e la riproduzione di essenze arboree quali la palma, l’ulivo e la mimosa. Diffusa è la pratica della raccolta dei pregiati tartufi bianchi.


... Santo Patrono SS. Fausto e Felice - secondo  lunedi  di  settembre...

 
... Le  Associazioni ...

 

 

 

... Feste  e  Fiere   2019 ...

 

Il Palio

Il Palio di Cocconato nacque nel 1970 quale sfida tra i borghi del paese e sulle ali di vecchie leggende legate alla storia medievale del luogo, quando i Conti Radicati giocavano un ruolo di notevole importanza tra le contese dei Marchesi del Monferrato, Asti e i Savoia. Narrano infatti le cronache del tempo che un incendio divampò nel castello; per spegnere le fiamme i Cocconatesi iniziarono una generosa colonna verso la valle ove scorreva il ruscello e, caricando botti d’acqua sui basti degli asini contribuirono a salvare la roccaforte. I Conti Radicati indissero quindi un torneo al centro del quale vi era una corsa d’asini, con in premio il vessillo del Casato. Con il passare del tempo, la manifestazione è venuta assumendo un carattere di decisa rievocazione storica. Attualmente gli otto borghi Cocconatesi provvedono ogni anno all’allestimento del proprio corteo storico ed a preparare la squadra di corridori con l’asino che ne difenderà i colori. Il Palio si corre la quarta domenica di settembre, la rievocazione storica si basa solo ed esclusivamente su fatti e personaggi che avvennero e vissero in Cocconato intorno agli anni dal 1200 al 1400. I costumi ed i dettagli devono essere rigorosamente in epoca e non si possono prevedere sfilate che siano al di fuori degli anni citati. ma tutto comincia la sera prima con l’investitura del Capitano del Palio, che da quel momento diventa unico arbitro fra i borghi. L’investitura del Capitano avviene sulla “pubblica piazza”, il Sindaco conferisce pieni poteri al Capitano per 24 ore diventa il Signore e Padrone delle terre e delle genti di Cocconato. Fra personaggi medievali, nobili, menestrelli, dame, cortigiani, musici e saltimbanchi che gioiscono per il nuovo Capitano, si sfila verso il centrale e caratteristico Cortile del Municipio, illuminato soltanto dal fuoco di torce e candele, per festeggiare, gustando, tutti insieme il caratteristico “Banchetto de vivande de la Corte”. Nella splendida cornice del cortile del Municipio viene allestito un vero e proprio banchetto dove vengono preparati e serviti piatti che rispecchiano fedelmente un tipico menù dell’epoca medio­evale. A coronamento della manifestazione si tiene in Cocconato un’anteprima: la settimana precedente a quella del palio (sabato) dalle ore 18.00 e fino all’alba si svolge lungo la centrale Via Roma, UNA RIVISITAZIONE DI UNA ANTICA FIERA MEDIEVALE. Nello scenario davvero unico dell’antica e centrale via Roma,i borghi allestiscono bancarelle,locande ,scene di vita dell’epoca ,mercati , giochi, artigiani del ferro e del legno, il tutto tra paglia, candele, torce, menestrelli, appestati che chiedono l’elemosina, cartomanti, giochi di spade e musiche rispettando fedelmente le regole e le cadenze di una fiera di un tempo. Ci si può fermare nelle locande e gustare i piatti tipici ricavati da antiche ricette medievali, annaffiati da buon vino locale, il tutto rigorosamente servito in piatti e bicchieri di coccio, posate in legno nulla che possa riportare la mente al giorno d’oggi, per una sera si ritorna nell’anno 1200 con tutte le sue caratteristiche e difficoltà.


La storia  e le sue origini ...
 

L’origine latina del nome deriva da “cum conatu” per indicare lo sforzo con cui si raggiungeva l’impervia collina su cui sorge il paese. L’abitato di Marcellina testimonia la passata presenza romana e ad essa è legata la leggenda della Pietra Cagnola, un simulacro d’oro massiccio a forma di cane, che veniva messo sull’erpice, ritenendo che avesse il potere di rendere fertile la terra. All’epoca delle invasioni barbariche, mentre la popolazione si rifugiava sulla cima della collina, sotto le fortificazioni dei Radicati, la Pietra e un busto aureo dell’imperatore vennero gettati in un profondo pozzo, dove potrebbero ancora oggi essere nascosti. Ma certamente la storia di Cocconato si lega in modo indissolubile a quella dei suoi Conti, la casata dei Radicati. Ottenuto il feudo fin dal X secolo, essi furono capaci di renderlo uno stato autonomo che, con abili alleanze, ebbe poteri di giurisdizione, compreso quello di battere moneta, su vasti territori circostanti per ben 400 anni. Due i Conti da ricordare: Annibale, detto di Coconat o Coconas, giacché fuggì a Parigi, a metà del Cinquecento, al servizio dei re di Francia; Alberto, scrittore politico che, in virtù della sua fede protestante e democratica, scelse la via dell’esilio volontario e non fu più riammesso in patria. D’interesse artistico sono la Chiesa della S.S. Trinità, che ospita una tela del Moncalvo, la Chiesa di Santa Caterina, con la facciata barocco – piemontese, il Palazzo Comunale con facciata in cotto del XV secolo e porticato trecentesco ed il Palazzo Martelletti (1200 – 1400) residenza di nobili dell’epoca; infine la torre medievale del Castello medievale, costruito alla sommità della collina agli inizi del X secolo e parzialmente distrutto nel XIV e XV secolo, a seguito delle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Venne ricostruito alla fine del XV secolo, ma nel 1556 il maniero, disputato tra tedeschi e francesi, venne da questi ultimi definitivamente distrutto con le mine e vi rimase solo la torre merlata. Nel 1836 fu abbattuta e riedificata a poca distanza di analoga foggia e adibita a mulino a vento, uno dei pochissimi realizzati in Piemonte. Tuttavia, per difetti meccanici intrinseci e la scarsità di vento, dopo pochi anni il mulino cessò di funzionare e anche le pale vennero smontate. Questa è in sintesi la curiosa storia di un edificio, dal quale nelle giornate limpide è possibile ammirare la catena delle Alpi e l’Appennino ligure, nonché molte città fra cui Novara, Vercelli, Saluzzo, Cuneo e, con un buon cannocchiale, perfino Milano, distante in linea d’aria 100 km.


Cosa vedere a Cocconato...

Dalla piazza Cavour, che ancor oggi i Cocconatesi chiamano Ponte, a ricordo del luogo dove sorgeva il ponte levatoio del castello dei conti Radicati, si risale verso la parte alta dell’abitato lungo via Roma, un tempo chiamata contrada del mercato vecchio e via Maestra. Antiche case con balcone dalle ringhiere in ferro battuto e portoncini in legno scolpito si affacciano sul selciato, in sienite della Balma. veduta del paeseAll’imbocco della via si incontra la seicentesca chiesa della SS. Trinità, eretta dall’omonima congregazione per voto della popolazione contro la peste. Fra i negozi che si susseguono lungo il tragitto, merita una visita la settecentesca farmacia, che conserva all’interno l’arredo originario, antichi vasi decorati e strumenti. Proseguendo si nota sulla destra l’imponente sagoma del Palazzo comunale con i suoi quattrocenteschi portici a sesto tutto acuto. Rappresenta uno dei rari esempi, per il Piemonte, di edifici civili in stile gotico, con eleganti finestre contornate da formelle decorate in cotto. Il palazzo comunale Oltrepassato il municpio e abbandonata via Roma, che prosegue inerpicandosi con un percorso acciottolato verso la parrocchiale, si piega a sinistra giungendo in piazza Statuto. Questa piazzetta rappresentava il cuore della Cocconato dei primi decenni del Novecento con negozi, botteghe artigiane, caffè e una banca. Oggi è dominata dal Palazzo Martelletti, sapientemente riportato all’antico splendore dagli attuali proprietari, la famiglia Dezzani.

Proseguendo lungo la via Garibaldi si osservano le due principali strutture sociali sorte a fine Ottocento: l’Ospedale mandamentale Serra, dove fino agli anni Cinquanta era in funzione la camera operatoria, e che oggi è una casa di riposo, ed il Giardino d’infanzia Regina Margherita, attuale sede della scuola materna statale.asilo Al bivio con via Giustinito si può scendere in Corso Pinin Giachino e raggiungere l’ombroso viale alberato: realizzato a fine Ottocento, con un’imponente opera di riporto di terra e di consolidamento, rappresenta il luogo per passeggiate e la sosta, all’ombra dei secolari olmi. Al centro del viale è collocato il monumento ai Caduti, donato dal farmacista Edoardo Barcolla nel 1931. L’originaria statua bronzea raffigurante la Vittoria Alata venne rimossa durante la Seconda Guerra Mondiale, per recuperare il metallo, e sostituita da una colonna marmorea. Dal viale si torna in piazza Cavour, dove si affacciano rinomati negozi alimentari, caffè e ristoranti dalla lunga tradizione.
Il nome Cocconato, centro in alta collina (491 metri s.l.m.) in provincia di Asti, a 20 km dal capoluogo e non distante da Torino, deriva dal nome latino “cum conatu”, a testimonianza dello sforzo che occorreva per arrivarci, in un tempo senza automobili, risalendo lentamente a cavallo le tortuose strade collinari. Conosciuto come la “riviera del Monferrato”, grazie al particolare microclima in tutte le stagioni, Cocconato si erge in una posizione appartata, quasi aristocratica, emergendo come un’isola felice dai freddi e dalle nebbie delle zone sottostanti, mentre l’estate è fresca e piacevolmente areata. Il clima alquanto temperato conferisce caratteristiche ottimali per molte colture di pregio: interessanti sono la crescita e la riproduzione di essenze arboree quali la palma, l’ulivo e la mimosa. Diffusa è la pratica della raccolta dei pregiati tartufi bianchi.

Le Chiese

Chiesa parrocchiale -  Chiesa della SS. Trinità - Chiesa di Santa Caterina  - Chiesa di San Bartolomeo (Cocconito)
Chiesa di San Defendente (Vastapaglia) - Chiesetta campestre di San Sebastiano- La Pieve - Madonna della Neve
Il santuario della Madonna delle Grazie - Chiesa di SS. Pietro e Paolo (Tuffo) - Chiesetta di San Grato (Tuffo)
Palazzo Bottino (Tuffo) -  Chiesa di San Martino (Bonvino)


Prodotti enogastronomici ....  Tipicità ed eccellenze del territorio ...

 


Vini classici del Monferrato astigiano e casalese:

Barbera d’Asti DOCG, Barbera del Monferrato DOC, Grignolino DOC, Freisa DOC, Malvasia,
Chardonnay DOC

 

 


 


 
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