COMUNE DI MORANSENGO

Sede Comunale  -  Piazza Ferrero, 2  - CAP. 14023 - Tel.  0141-900223 – Fax/ 0141-900130

Il Comune di Moransengo fa parte dell'Unione Comuni Comunità Collinare Alto Astigiano


Località e Frazioni di Moransengo : Valle dei Nervo, Gerbole, Borgata Clina.

Comuni Confinanti: Brozolo (TO), Cavagnolo (TO), Cocconato, Tonengo

L’economia del paese non ha subito modificazioni di rilievo ed è quasi esclusivamente agricola. Ci sono alcuni allevamenti di bovini di razza piemontese e due allevamenti di conigli. Un agricoltore si dedica all’interessante attività di coltivare e fornire piante officinale ad una cooperativa. Rilevanti per l’economia sono anche il taglio e la commercializzazione di legname, sia pregiato sia da ardere, e la coltivazione vitivinicola.

 

CENNI STORICI:

Il paese si adagia su una lunga dorsale collinare che domina la valle: il suo fertile territorio è intensamente coltivato a vigneto. Come altri paesi della zona il suffisso −engo sta a indicare la sua origine germanica e più esattamente longobarda. Posto fin dalle origini sotto l'alta signoria del Monferrato, passò nei secoli sotto il dominio di numerose famiglie: nel 1164 fu nuovamente assoggettato al Marchese del Monferrato che lo mantenne a lungo trasmettendolo ai suoi discendenti. Fu infeudato successivamente ad alcune famiglie dominanti il territorio di Montiglio.
All'ingresso del paese si vede la settecentesca Parrocchiale dei Santi Agata e Vitale, con la facciata nel caldo colore del cotto. 

Il nome originale Muratianum Astensium, assegnatogli dai latini, venne successivamente modificato in Moransengum, dopo l’insediamento, intorno al 700 d.C., di un villaggio di popolazioni di origine longobarda. Non si sa nulla dei primi secoli del Medioevo; è comunque certo che sia stato un feudo del Vescovo di Vercelli. Nel 1164 Federico Barbarossa confermò il dominio del marchese Guglielmo il Vecchio di Monferrato. Fino agli inizi del ‘700 la storia del luogo rimarrà legata alle vicende della signoria di Montiglio.

In cima a un alto colle sorge il Castello, di antica origine; nel 1680 fu acquistato dal mercante Carlo Andrea Galiziano che assunse il titolo di Conte, e la sua discendenza rimase a lungo padrona del paese. Nel 1704, in seguito all'assedio di truppe francesi che saccheggiarono il paese e incendiarono il castello, il nucleo abitativo si sposò verso l'attuale parrocchiale e il Castello subì radicali trasformazioni che lo portarono ad assumere l'attuale aspetto di residenza signorile, oggi destinata ad abitazione privata. Il maniero, costituito da due corpi uniti ad angolo, di altezza diversa, presenta la parte più interessante nella facciata principale, preceduta da un doppio scalone. Recentemente, l'attuale proprietà ha compiuto un sapiente restauro, destinando parte dell'interno a collezione di opere d'arte contemporanea e il parco a cornice naturale di eventi culturali


EVENTI E MANIFESTAZIONI

La prima domenica di maggio si tiene la Festa Patronale di Sant’Agata e San Vitale, con distribuzione di dolci fatti in casa e bevande, offerti dagli abitanti. Il terzo sabato di giugno la Pro Loco organizza una grande grigliata in piazza e la sera di ferragosto una spaghettata non stop fino a mezzanotte. La Festa d’Estate, che dura dal venerdì al lunedì dopo ferragosto, si svolge con la presenza di stand gastronomici e ballo a palchetto.

Gruppo della Pro Loco

PRO LOCO DI MORASENGO: Via S.Agata, 9 - Tel.0141.900120

La Pro Loco nacque nel 1978 quando un gruppo di persone, abitanti nel concentrico e nelle due principali frazioni, si unirono con lo scopo di organizzare feste patronali. Ultimamente la Pro Loco è molto attiva grazie alla presenza di molti giovani e all’esperienza apportata dai “meno giovani”. Nel 2006 festeggerà i 28 anni di fondazione.

Attivita' della Pro Loco:

2 marzo: tradizionale polenta in piazza con salsiccia e gorgonzola, giochi per bambini e lotteria. I^ domenica di maggio: pranzo patronale, nel pomeriggio processione per le vie del paese in onore dei Santi Patroni. Ultimo sabato di giugno: serata gastronomica con grande grigliata di apertura dell’estate. 15 agosto: grande spaghettata in piazza con giochi per grandi e piccini. Fine settimana dopo il ferragosto: Festa del paese con stand gastronomico, serate danzanti e di teatro dialettale piemontese. 3^ domenica di settembre: partecipazione alla sfilata e al Palio degli Asini di Coccolato d’Asti. Ultima domenica di novembre: partecipazione alla Fiera del Tartufo di Castelnuovo Don Bosco.

I piatti della Pro Loco:

Agnolotti di carne con ragù o burro e salvia: ai tempi dei nostri nonni, solamente una o due volte all’anno venivano fatti gli agnolotti in casa con ripieno di carne di coniglio e verdura. Questo piatto viene riproposto dalla Pro Loco in ogni sagra a cui partecipa o durante le manifestazioni locali, unitamente alla Torta di nocciole,  tipico dolce locale.

 

FEBBRAIO
Polenta in piazza

MAGGIO
Festa Patronale

AGOSTO

  • Spaghettata in piazza

  • Grigliata d'estate

  • Festa del paese

 

La chiesa romanica di San Grato nel parco del Castello

La Chiesa di San Grato, situata nel parco, presenta un'abside la cui conformazione la fa risalire al periodo romanico, anche se risulta difficile una datazione precisa. Anch'essa oggetto di recenti restauri, presenta all'interno resti di interessanti affreschi ed è diventata luogo di esposizione di opere di artisti contemporanei.

San Vitale
Martire III sec.
Memoria: 28 aprile

Patrono di Moransengo (con S. Agata)

Con San Vitale ci troviamo di fronte ad un'intera dinastia di martiri.

Vitale e Valeria erano due coniugi originari di Milano. Durante una persecuzione Vitale, ufficiale dell'esercito romano, assiste e conforta il medico Ursicino, condannato a morte per la sua fede cristiana. Ursicino viene ucciso a Ravenna, e Vitale si occupa personalmente della sepoltura. Subito dopo è arrestato e, dopo varie torture, condannato a morte. La moglie Valeria vorrebbe recuperare le spoglie del marito; ma i correligionari la convincono a tornare a Milano. Durante il viaggio è fermata da una banda di ladroni, e, per essersi rifiutata di onorare il loro dio Silvano, viene percossa a morte. I figli di Vitale e Valeria, Gervasio (o Gervaso) e Protasio, furono poi martirizzati a Milano. I loro corpi furono ritrovati da Sant'Ambrogio, e con lui sono esposti nella cripta della chiesa dedicata al santo Vescovo.

PARROCCHIA DI SANT’AGATA E VITALE
Vergine e martire † 251
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Memoria: 5 febbraio

Vita e miracoli

Di questa giovinetta di buona famiglia, nativa di Catania, viene ricordato, con i particolari raccapriccianti che abbondano nei martirologi, il supplizio patito sotto la persecuzione di Decio (251 d.C.). Il perfido governatore Quinziano la affidò ad una prostituta, sperando di corromperla, ma lei seppe conservare la sua verginità. Dopo diverse torture le furono strappate le mammelle; riportata in cella la fanciulla fu miracolosamente curata da San Pietro. Fu poi posta su un letto di carboni ardenti, che le straziarono il corpo, ma non poterono nulla contro il suo velo di vergine consacrata. Un improvviso terremoto spinse i catanesi a ribellarsi a Quinziano, che fuggendo annegò nel Simeto. Poco dopo Agata morì in carcere, e un angelo depose sulla sua tomba una tavoletta con una scritta che ne esaltava la virtù.

Il culto di Sant'Agata si diffuse presto in tutta la cristianità, assumendo forme che secondo alcuni conservano una lontana eco dei misteri isiaci. La fama della Santa fu accresciuta da numerosi miracoli, che si manifestarono subito dopo la sua morte. Durante un'eruzione dell'Etna i catanesi fermarono la lava con il velo che copriva la sua tomba. Le sue reliquie furono trafugate e piortate a Costantinopoli, ma la Santa comparve a due militi della guardia imperiale, e li convinse a riportarle in Sicilia. Federico II voleva distruggere Catania, che si era ribellata; ma durante la Messa sul Messale comparve una scritta che gli ordinava di risparmiare la città di Agata. Sant'Agata è patrona, oltre che di Catania, di San Marino, che il 5 febbraio del 1740 riottenne la libertà dallo Stato Pontificio. Per le circostanze del martirio, è patrona delle balie e delle madri che allattano, ed è invocata contro le malattie del seno; protegge dalle bruciature, le eruzioni vulcaniche, il fuoco del Purgatorio, gli incendi, i terremoti; è patrona degli ottonai e dei vetrai, che maneggiano materia ardente. È protettrice dei fonditori di campane, sia perché queste ricordano la forma delle mammelle, sia perché sono prodotte con una colata incandescente. Per il velo, protegge i tessitori. È rappresentata nelle fasi e con gli strumenti del supplizio e dei miracoli successivi alla morte: le mammelle tagliate, le forbici, il coltello, le tenaglie, il fuoco, l'Etna in eruzione, il velo, i messaggi angelici.